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Un individuo – a meno che non si chiami Warren Buffet o Jeff Bezos – è difficile che riesca ad acquisire con le sole proprie finanze importanti partecipazioni in realtà economiche profittevoli con l’obiettivo di sviluppare quella realtà e avere un ritorno dall’investimento. Da soli si fa ben poco.

Per questo motivo esistono i Club Deal, cioè delle vere e proprie associazioni formate da investitori individuali che decidono di unire le proprie forze (economiche e non solo) per acquistare quote di partecipazioni e azioni di una società Target.

Questa collaborazione tra finanziatori ha un lontano passato: già sul finire del XIX secolo, per realizzare importanti opere come le linea ferroviaria furono necessarie le partecipazioni di investitori privati per terminare la loro costruzione. Nel susseguirsi degli anni il Club Deal cresceva di importanza e di capitali a disposizione, fino a raggiungere il periodo 2003-2007 dove ve ne erano talmente tanti di Club che fu battezzato “l’era dei Club Deal”. E in Italia? Un primo vero Club fu istituito nel 2002 sotto il nome di TIP (Tamburi Investment Partners) dove più di 150 investitori privati proveniente da facoltose famiglie di imprenditori scelsero questa forma di collaborazione per investire in importanti realtà del panorama nazionale, come Prysmian, Moncler, Ferrari.

Vediamo – quindi – di capire quali siano le sue caratteristiche e le principali regole che ogni buon Club Deal segue per decidere le opportunità di investimento.

In molti li associano ad una SGR (Società di Gestione del Risparmi), tuttavia vi è una notevole differenza sul piano della raccolta fondi: se da un lato (SGR) si crea una collettività indefinita di investitori, dall’altra (Club Deal) si punta ad un numero ristretto di persone, ben individuabili; in aggiunta a questo, gli investimenti dei Club Deal non sono rappresentati da veri e propri fondi come nelle SGR. I Club sono una forma molto flessibile di Private Equity (cioè un’attività di investimento in capitale di rischio di aziende non quotate), poiché i singoli soci hanno la libertà di scegliere l’importo da investire nel Club (varia da pochi milioni alle decine) in base ovviamente a quanto loro credono in questo progetto; in più, in quasi tutti i Club Deal non viene mai esplicitata formalmente una data di Exit, permettendo di scegliere quando uscire dall’investimento nel modo e nel momento migliore possibile.

Come ogni strumento finanziario che si rispetti, il Club Deal presenta una serie di fasi imprescindibili al suo interno che, a seconda dei singoli Club, possono variare leggermente di numero. Ne sintetizziamo 7:

  • FASE 1: Presentazione del progetto d’investimento nella società Target e verifica dell’interesse degli investitori;
  • FASE 2: Definizione dell’ammontare di equity necessario all’investimento e delle condizioni generali dell’operazione;
  • FASE 3: Creazione delle Newco (New Company). In questa fase si costituisce l’impresa che si occuperà di acquisire quote e azione dell’azienda Target e di rappresentare i Soci del Clbu e i loro interessi nel CDA della Target;
  • FASE 4: Raccolta generale di tutti gli impegni di capitalizzazione;
  • FASE 5: Due Diligence, cioè la raccolta delle informazioni dell’operazione in essere per determinarne un valore e un possibile rendimento;
  • FASE 6: Presentazione e Approvazione dei risultati;
  • FASE 7: Exit Strategy. Dismissione della Newco e distribuzione del ricavato agli investitori del Club.

Sono molteplici i vantaggi di implementare un Club Deal sia lato investitori che per le società partecipate: i primi hanno la possibilità di contribuire alla gestione delle partecipate, nei settori in cui essi dispongono di competenze e contatti rilevanti, creando un portafoglio ad hoc in realtà che ritengono più opportune investire; i secondi hanno il vantaggio di creare un ponte di comunicazione diretto con un soggetto con cui interfacciarsi (vero che i soci sono decine e/o centinaia, ma il management è solo uno) e di avere a disposizione tutti i principali contatti del Club e dei singoli Soci.

Nato come primaria esigenza nelle infrastrutture americane, il Club Deal si è propagato a macchia d’olio in tutto il mondo finanziario, creando via via sempre più valore nelle società oggetto del loro intervento. In italia ha ancora poca visibilità ma le percentuali di crescita anno dopo anno sono sempre positive e a doppia cifra.

Studio Grimaldi è sempre attento nelle evoluzioni dei sistemi finanziari ed è a disposizione di tutte quelle realtà e dei singoli investitori che vogliono creare valore in aziende solide.