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Continua il nostro percorso iniziato con Isabella Seragnoli sulle figure di successo del nostro territorio. In questa tappa vedremo un’altra Donna imprenditrice, anche lei bolognese doc, che ha saputo vincere numerose battaglie con la sua azienda. Stiamo parlando di Sonia Bonfiglioli e della sua Bonfiglioli Riduttori SpA.

Come Isabella, anche Sonia eredita l’importante onere ed onore di gestire l’azienda di famiglia da suo padre, Clementino: scuola 1928, fin da giovane rimane affascinato dal mondo degli ingranaggi e dei riduttori e dopo essere stato disegnatore e collaudatore, decide di mettersi in proprio fondando la Costruzioni Meccaniche Bonfiglioli. Dalla semplice voglia di perfezionare le proprie idee e dalla sua capacità di infondere entusiasmo ai propri uomini tanto da spingerli sempre oltre, Clementino plasma la sua creatura fino a consolidarla nell’attuale Bonfiglioli Riduttori SpA.

È solo agli inizi degli anni ’90, fresca di laurea e di un MBA, che Sonia varca la soglia della Bonfiglioli Riduttori: percorre la classica gavetta in azienda, passando da reparto a reparto per capire effettivamente come le singole unità vengono gestite, fino ad arrivare alla svolta sia personale che lavorativa. Nel 2006, dopo la scomparsa di Clementino Bonfiglioli, succede alla guida dell’azienda di famiglia. È un momento difficile per Sonia ma sa che l’azienda e tutti i suoi lavoratori hanno bisogno di lei.

Sono gli anni della crisi globale e la Bonfiglioli registra cali pesanti su tutti i suoi prodotti di punta ed è qui che Sonia imprime tutta la sua forza: invece di ridurre gli investimenti fa l’opposto, aumenta i budget per la ricerca di nuovi business. Il fotovoltaico, l’eolico e il meccatronico diventano nuovi settori dove la Bonfiglioli trova terreno fertile per i propri prodotti, riuscendo ad imporsi a livello mondiale con la sua qualità e la sua tecnologia avanzata. Sonia, quindi, intuisce che la diversificazione unita all’innovazione e all’internalizzazione (in un momento in cui molti facevano l’opposto, cioè esternalizzavano) è la chiave di volta per arrivare dove sono oggi, presenti in tutto il mondo con 21 filiali commerciali, 14 impianti produttivi, 250 partner nella distribuzione e con più di 3.500 dipendenti.

È sicuramente una donna con una tenacia e una grinta fuori dal comune. Ne è prova quando nel ’99 Sonia dovette rimanere di persona a Chennai, nell’India meridionale, per quasi un anno per costruire e avviare il nuovo stabilimento della Bonfiglioli. Li era necessario ed obbligatorio rispettare le loro tradizioni: Sonia si adattò alle usanze, mettendosi il sari ogni volta che era in pubblico e allestendo cerimonie di iniziazione indiane. Da allora la Bonfiglioli ha aperto altre due attività produttive, sempre in India, e altre in Vietnam, in Slovacchia, in Germania, in Sudafrica e anche negli USA.

A compimento di questa lunga carriera fatta di successi e conquiste, nel 2018 vince, prima volta di una donna, il Premio come miglior Imprenditore dell’anno da parte di EY: è un riconoscimento riservato a imprenditori italiani che abbiano saputo creare valore, con spirito innovativo e visione strategica, contribuendo alla crescita dell’economia del proprio territorio e del Paese.

Ma Sonia non si ferma certo qui. In questi anni sta sviluppando il progetto più ambizioso intrapreso dalla Bonfiglioli Riduttori: la costruzione della fabbrica digitale di motoriduttori più grande in Italia, denominata EVO (Evoluzione). Questa nuova creatura avrà una capacità produttiva di oltre un milione di pezzi all’anno e sarà totalmente digitalizzata. Sarà uno stabilimento che avrà si un corpo altamente tecnologico ma il suo cuore è ancora sotto il controllo umano: come ribadito dalla stessa Sonia «nella storia industriale cambiano gli utensili, ma non cambia il fattore critico di successo: il capitale umano. Sono le competenze nell’usare strumenti via via più complessi a decretare chi vince la sfida competitiva». Evo, quindi, sarà prima ancora che una fabbrica, un progetto culturale e di innovazione tecnologica.

Di donne come Sonia ce ne dovrebbero essere a migliaia in Italia, un paese dove lo spazio per le giovani ingegnere è sempre stato limitato sia per motivi culturali che per pura e semplice ignoranza.

Sonia quindi può dare speranza ed essere un vero e proprio faro nella notte per tutte quelle donne che vogliono mettersi in gioco e puntare al successo.